Lorena Guzman

domingo, 5 de abril de 2015

Tod und Verklärung


"...bianca come le nuvole di lontano 
come una notte amara passata invano 
come la schiuma che sopra il mare spuma 
bianca non è la rosa che porto a te..."


Biancaneve. Leggiadra fanciulla dalla pelle bianco latte con boccolosi capelli neri corvino. Dotata di una spiccata indole francescana, diletta con la sua voce soave gli animali vicino lei. Essendo stata insignita del titolo “La più bella del reame”da uno specchio parlante, è costretta alla fuga dall’invidiosa matrigna desiderosa del suo cuore. Fortunatamente trova aiuto nel guardiacaccia, riuscendo così a fuggire nei boschi. Occupa abusivamente una casetta, godendo per un breve periodo del diritto di usufrutto. Dopo aver dimostrato ai sette nani minatori di saper pulire e cucinare, ottiene l’incarico di colf che svolgerà senza retribuzione. Biancaneve inizia perciò una vita nuova cucinando, pulendo e badando alla casa dei nani mentre loro cercano i diamanti nella miniera, e alla sera cantano, suonano e ballano. La malefica strega scopre che Biancaneve è ancora viva, ed essendo fan del motto chi fa da sé fa per tre , si reca nel bosco, dopo essersi trasformata in un’ orribile vecchia, per ucciderla. Giunta nei pressi della casetta, riesce a convincere l’ingenua fanciulla nel mordere la famigerata mela dei desideri , cadendo così in uno stato di pseudo morte.


La storia di Biancaneve potrebbe essere ispirata a fatti realmente accaduti; diversi ricercatori hanno cercato di mettersi sulle tracce della "vera" Biancaneve, la cui storia, tramandata oralmente e arricchita di elementi fiabeschi dalla fantasia popolare, sarebbe poi giunta a noi tramite i Fratelli Grimm.

Nel 1986, ad esempio, il ricercatore Karl-Heinz Barthels rese pubblica la sua tesi secondo la quale Biancaneve sarebbe stata in realtà Maria Sophia Margaretha Catherina von Erthal, nata a Lohr nel 1725 e figlia di un importante magistrato e rappresentante del Principe Elettore tedesco. La nobile aveva perso la madre in età giovanile e suo padre si era risposato con Claudia Elisabeth von Reichenstein, che aveva usato la sua nuova posizione sociale per favorire i suoi figli di primo letto, a scapito della von Erthal. Questa sarebbe stata addirittura costretta a lasciare il palazzo per vivere nei boschi lì attorno; nella zona, peraltro, erano presenti molte miniere, nelle quali, data la ristrettezza dei cunicoli, lavoravano persone di statura molto bassa o addirittura bambini: da questo elemento sarebbero derivati i sette nani. La ragazza morì di vaiolo pochi anni dopo; probabilmente l'avversione dei suoi concittadini per la matrigna inasprì la figura di quest'ultima a vantaggio di Maria Sophia, dipinta come una martire; la sua storia venne tramandata oralmente in forme simili a quella poi raccolta dai Grimm, che attualmente conosciamo. Il castello dei von Erthal è tuttora un'attrazione turistica, e ai visitatori viene mostrato il cosiddetto "specchio parlante", che il padre di Maria Sophia avrebbe regalato alla matrigna: si tratta di un giocattolo acustico in voga nel '700, in grado di registrare e riprodurre le frasi pronunciate da chi si specchiava. Esso sarebbe alla base dello Specchio Magico della matrigna.

Un'altra teoria, pubblicata dallo storico Eckhard Sander nel 1994, vedrebbe invece la Biancaneve originale in Margaretha von Waldeck, nata a Bruxelles nel 1533: la ragazza sarebbe stata l'amore giovanile di Filippo II di Spagna, ma fu tolta di mezzo a ventuno anni dalla polizia segreta del re, che vedeva nella loro unione un possibile impedimento ai matrimoni combinati delle case regnanti. Margaretha fu uccisa con del veleno. Anche in questo caso sembrano esserci numerose corrispondenze tra fiaba e realtà: a parte la vicenda della donna (anche lei orfana di madre in giovane età e affidata a una matrigna), suo padre, il conte Samuel von Waldeck, gestiva nella zona di Bruxelles diverse miniere, dando vita alla figura dei Nani come nella teoria di Barthels. A questi elementi si aggiungerebbe anche la figura dello Stregone dei Meli, una sorta di "Uomo Nero" del folklore locale, la cui presenza viene utilizzata per suggestionare i bambini e spingerli a non rubare dai frutteti altrui: lo Stregone sarebbe infatti in grado di avvelenare le mele per causare nei bambini-ladruncoli lancinanti dolori di gola e di stomaco. La sovrapposizione delle credenze locali con la storia di Margaretha avrebbe dato vita alla storia di Biancaneve.


Nella favola di Biancaneve è possibile riconoscere i procedimenti d’estrazione e purificazione dell’argento. E in essa le varie operazioni metallurgiche emergono come metafore. La bambina è figlia della neve e vive un’esistenza ultraterrena, lunare, lontana. La sua bellezza incomparabile si può guardare solo nello specchio, come quella di una Gorgone.

http://web.mclink.it/MH0077/ArsRegia/ars%20regia%201/sermonti_biancaneve.htm